Il biocarbonato è servito: la produzione di nuovi mangimi per l’echinocultura

Grazie alle informazioni raccolte dallo studio sull’importanza del carbonato di calcio nelle diete dei ricci di mare e utilizzando come punto di partenza ricette già sperimentate negli ultimi anni in numerosi esperimenti attuati nel campo dell’echinocoltura, abbiamo potuto formulare mangimi sperimentali contenenti biocarbonato proveniente dalla triturazione delle teche di ricci di mare scartati dall’industria alimentare (attuando così un processo che minimizzasse gli sprechi, in un’ottica di economia circolare).  

Grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Farmacia dell’Università di Genova sono quindi state prodotte (Fig. 1) due differenti tipologie di mangimi (con biocarbonato e con carbonato di origine inorganica) da testare come dieta su due gruppi distinti di ricci di mare. 

Figura 1: esempio di mangime appena prodotto

Prima di essere somministrati direttamente ai ricci, su questi mangimi è stato effettuato un test preliminare per valutarne la stabilità in acqua di mare: per fare ciò, alcune porzioni di mangime sono state introdotte in apposite vaschette contenenti acqua di mare (Fig. 2a) e prelevati a distanza di tempi prestabiliti (Fig. 2b), fatti essiccare in stufa a 60°C per 48h e infine pesati per stabilire la quantità di mangime disciolta in acqua. Ciò ha permesso di ottenere alcuni feedback preliminari, utili per modificare la composizione inziale del mangime e formulare una ricetta più adeguata (cioè meno solubile in acqua di mare). 

Come si può notare dalla Fig. 3, il mangime BRITEs (quella in cui il biocarbonato è proveniente dalle teche di riccio scartate) ha, sulle 48 e sulle 72 ore, delle percentuali di discioglimento in acqua paragonabili a quelle del mangime controllo (in cui la quota di questo importante elemento è garantita dalla presenza di carbonato di calcio inorganico).

Figura 3: grafico che indica il peso (in grammi) delle quote di due diversi mangimi, raccolte e fatte essiccare, dopo un periodo di permanenza variabile (da 0 a 72 ore) in acqua di mare

Attualmente è in produzione la versione migliorata della formulazione, la quale, nei prossimi mesi inizierà a essere testata direttamente sugli esemplari di riccio di mare, sia nelle forme giovanili sia in quelle adulte.

Si ringrazia Lorenzo Meroni per il testo e le immagini, Marcello Turconi per la revisione e l’organizzazione editoriale.